Sono ancora molti i pediatri che consigliano alle neomamma e i neopapà d’iniziare lo svezzamento dei loro piccoli intorno ai 4 mesi di età con lo scopo di prevenire il rischio di allergie.

Ma questa decisione non è basata su evidenza scientifica, anzi gli studi che abbiamo a riguardo sono piuttosto discordanti.

Ciò che sappiamo dalla letteratura scientifica è che i bambini con famigliarità allergiche dovrebbero iniziare l’alimentazione complementare intorno i 6 mesi, proprio come i loro coetanei che non sono a rischio di sviluppare allergie.
Inoltre, quando iniziamo lo svezzamento non dobbiamo tenere conto solo del rischio o meno di allergie ma anche delle competenze psicofisiche che ha sviluppato il nostro bimbo che gli possono permettere l’introduzione dell’alimentazione complementare.
Che senso ha iniziare uno svezzamento quando il bebè ha ancora un riflesso di estrusione accentuato o non ha alcun interesse per il cibo?
Si, ok, che gli vengono proposte solo pappine e brodini ma rimane che stiamo proponendo un tipo di alimentazione a un bimbo che ancora non è pronto e che rischia così di sviluppare un avversione nei confronti del cibo data proprio da uno svezzamento precoce che non ha rispettato i suoi bisogni e a un rapporto distorto con il cibo condizionato dall’introduzione degli alimenti non perché il bimbo sia interessato e affamato ma con scolo scopo quasi terapeutico (prendi la pappà perché ti fa bene).
E voi avete vissuto il consiglio di iniziare lo svezzamento a 4 mesi? Cosa ne pensate a riguardo?

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Federica Ravasini Infermiera

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