Ci sono dei libri che si è obbligati a leggere mentre si perfeziona il proprio essere professionisti, ci sono dei libri (e questo libro è uno di quelli) che è una fortuna che finiscano in una lista di libri obbligatori da studiare perché chissà se mai sarebbero passati fra le nostre mani e ci sarebbero rimasti intrappolati nel cuore.

Editore: Junior
Collana: Nuovi paradigmi
Anno edizione: 2016
In commercio dal: 16 maggio 2016
Pagine: 150 p.
EAN: 9788884347855
L’Infanzia Inattuale di Silvia Demozzi edito da Junior nel 2016 è uno di quei libri che chiunque lavori o abbia a che fare con i bambini che siano di altri o i propri dovrebbe assolutamente e categoricamente leggere.
La Demozzi ci propone un libro altamente toccante e riflessivo, ma mai noioso o scontato. La lettura è piacevole infatti la scrittura dell’autrice è semplice, scorrevole e lineare e arriva dritta la cuore dell’adulto che siamo e del bambino/a che siamo stati.
Il saggio proprone una veduta dell’infanzia che va oltre l’ideale dell’ “infanzia felice” che è tipica della nostra cultura occidentale. La Demozzi attraverso a una scelta bibliografica accurata e precisa ci fa riflette come l’infanzia sia altro da quello che noi adulti, influenzati anche dalla società nella quale viviamo oltre che dalle nostre esperienze di vita e idealizzazioni, proiettiamo su di essa.
Il bambino è inattuale nel senso che la sua peculiarità, la sua essenza, è fuori tempo rispetto ai valori della società attuale (narcisismo, egocentrismo, competitività, corsa al potere e consumismo). Il bambino è tale non solo in quanto alle proprie caratteristiche biologiche ma anche in base alle caratteristiche della età infantile caratterizzate dal gioco, la fantasia e l’emergere di quel Io che via via porterà quel bambino ad essere un adulto.
Non esistono bambini uguali fra loro, come non esistono bambini difficili o cattivi. Siamo noi adulti che proiettiamo su di loro i nostri bisogni, i nostri “valori dell’epoca”, e ci dimentichiamo di tutelare l’infanzia del bambino che abbiamo davanti. I bambini del nostro secolo, quelli che vivono nella “parte bella del mondo”, sono dei piccoli adulti dalle agende piene, carichi di aspettative che non vogliono deludere, preda del consumismo, ipersessualizzati e privati della possibilità di sperimentare la noia che porta alla fantasia, al gioco, all’imparare a regire alle frustrazioni della vita.
Ripercorrendo la storia dei bambini dall’antichità ad oggi l’autrice ci racconta come il bambino sia da sempre ai margini della società poiché privo di potere decisionale per se stesso, incapace di esprimersi in una maniera comprensibile o logica per l’adulto e legato ad esso dal bisogno impellente e vitale di essere amato da quest’ultimo.
Qual è quindi il compito di tutti noi: professionisti o genitori o parenti o adulti che entriamo in contatto con il mondo infantile?
Quello di riconoscere l’infanzia nella sua unicità e tutelarla, lasciando modo ai bambini di esprimere loro stessi, di scoprirsi e scoprire gradualmente il mondo intorno a loro.
Vi invito veramente con tutto il cuore a leggere queste meravigliose pagine per una nuova consapevolezza sull’importante responsabilità che abbiamo nei confronti dei nostri piccoli.