INCONTINENZA URINARIA DA SFORZO (IUS)

L’incontinenza urinaria da sforzo o conosciuta anche come l’incontinenza urinaria da stress consiste nella perdita involontaria di urina associata a uno sforzo o fatica, starnuto, colpo di tosse, risata, attività fisica, ecc

L’incontinenza urinaria da sforzo (IUS) è data da un aumento di pressione all’interno dell’addome, e quindi anche della vescica, che in presenza di muscoli del pavimento pelvico deboli comporta una perdita involontaria di urina.

In questi casi il pavimento pelvico nel suo compito di continenza se debole non riesce a chiudere adeguatamente l’uretra causando la fuoriuscita involontaria di urina.
Circa il 10-20% delle donne soffre di IUS e sono pochissime quelle che sanno che esistono semplici ed efficaci opzioni terapeutiche per il loro problema; problema che interferisce con la qualità di vita della donna arrivando perfino a limitarne le relazioni sociali ed interpersonali.

Se hai perdite di urina durante i colpi di tosse, starnuti o altri movimenti che vanno ad aumentare la pressione sulla vescica allora si può dire che soffri d’incontinenza da sforzo, condizione che per come è fatto il pavimento pelvico femminile e per il ruolo che svolge nella vita della donna è più frequente nelle persone di sesso femminile piuttosto che maschile (anche se quest’ultimi ne soffrono).

Quali sono alcuni fattori di rischio per l’Incontinenza da Sforzo?

Sono numerosi i fattori che aumentano il rischio di IUS, che ricordiamo può essere causa di una muscolatura poco forte del pavimento pelvico o da una debolezza del muscolo dello sfintere del collo della vescica oppure dovuto a un problema dello sfintere uretrale.
Vediamo alcuni dei fattori di rischio più comuni:

  •  Tosse cronica, fumo e obesità possono portare a IUS,
  • Gravidanza,
  • Parto vaginale,
  • Menopausa a causa della diminuzione di estrogeni che portano meno pressione intorno all’uretra,
  • Aumento di peso > 14 kg,
  • Stitichezza,
  • Attività fisica ad alta intensità e con traumatismi a carico dell’apparato muscolo-scheletrico (es. corsa).

Questo disturbo, se correttamente inquadrato dal medico, può rientrare o essere tenuto sotto controllo con alcune semplici modificazioni dello stile di vita che si assume associando il tutto a una rieducazione del pavimento pelvico. Nei casi più importanti oltre alla terapia comportamentale e riabilitativa il medico potrebbe abbinare una terapia farmacologica.
Qualora non dovessero essere sufficienti queste modificazioni, occorrerà inquadrare il disturbo in modo ancora più approfondito.

Gli esami comunemente richiesti sono:
  • esami delle urine per escludere un’infezione delle vie urinarie,
  • uroflussometria per valutare la qualità della minzione,
  • ecografia vescicale per verificare il completo svuotamento della vescica al termine della minzione.

Una volta accertata la tipologia di incontinenza e quando possibile le sue causa, oltre che alla valutazione del pavimento pelvico potrebbe esserti richiesto di compilare un diario minzionale per poter aver chiara la quantità di liquidi assunti e le minzioni volontarie ed un pad test (test del pannolino) per stimare la quantità della perdite d’urina.
Una volta fatta la valutazione del pavimento pelvico e inquadrata la problematica e la sua entità potrai iniziare insieme a me il percorso riabilitativo specifico per le tue problematiche. La terapia riabilitativa va da esercizi di propriocezione, chinesiterapia, esercizi per riconoscere e lavorare sulle contrazioni dei muscoli pelvici e la loro sinergia con la respirazione e i movimenti/sforzi, fino alla TENS o al biofeedback.

Sono in gravidanza e sto avendo perdite involontarie di urina è normale?

Le perdite involontarie di urina non sono da considerarsi normali neanche in stato interessante.
Anche se sei incinta puoi richiedere una valutazione del pavimento pelvico, anzi le linee guida raccomandano alle gestanti di fare una valutazione del pavimento pelvico a inizio secondo e terzo trimestre anche con lo scopo di preparare il perineo al parto oltre che risolvere alcune problematiche se presenti che vi sono da prima della gravidanza.

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Federica Ravasini Infermiera

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