Sono molte le donne che in menopausa soffrono di incontinenza urinaria da sforzo, cioè di perdite involontarie di pipì che si presentano quando la donna compie degli sforzi, fa attività fisica, tossisce, ride, starnutisce, ecc…
Il fatto che l’incontinenza urinaria sia più frequente nelle donne in menopausa è da correlare alla presenza di diversi fattori di rischio predisponenti come i danni conseguenti il parto, la carenza di ormoni, la maggior frequenza di infezioni delle vie urinarie e all’aumento cronico della pressione endoaddominale data da condizioni come sovrappeso, tosse cronica e stipsi.
Con la menopausa la diminuzione degli estrogeni, oltre che a portare a fenomeni atrofici della vagina, ha anche ripercussioni sulla funzionalità delle vie urinarie con un assottigliamento dell’epitelio squamoso dell’uretra prossimale e ad una diminuzione della vascolarizzazione dello “sfintere mucoso” che porta a un deficit della chiusura del lume uretrale e quindi a problemi di perdite involontarie di pipì. Il tutto unito a un calo della produzione di collagene di tipo I e degli incroci tra le fibre di collagene con conseguenza una minore forza tensiva del tessuto connettivo che sostiene la base vescicale.
Cosa fare quindi se sei in menopausa e soffri d’incontinenza urinaria da sforzo?
Niente panico, una valutazione del pavimento pelvico e la sua riabilitazione possono aiutarti, anzi in letteratura scientifica per quanto concerne l’incontinenza urinaria da sforzo la prima scelta terapeutica è proprio la riabilitazione del pavimento pelvico che ha come obiettivo quello di farti recuperare il controllo della muscolatura del tuo pavimento pelvico e delle vie urinarie inferiori.
Attraverso la modificazione delle abitudini comportamentali e andando ad aumentare la forza di contrazione e la coordinazione dei muscoli perineali, velocità e resistenza, si andrà anche ad aumentare la pressione di chiusura dell’uretra andando così ad ovviare sulle perdite involontarie di urina.
Inoltre, un pavimento pelvico che presenta una muscolatura valida andrà a contrastare gli aumenti di pressioni addominale andando a prevenire prolassi vescicali e/o dislocamenti e aumento di mobilità del uretra.
La letteratura scientifica riferisce dati estremamente incoraggianti riportando che attraverso una riabilitazione del pavimento pelvico il 73% delle donne raggiunge la guarigione mentre il 97% miglioramenti significativi sulla qualità di vita.
Ovviamente, la riabilitazione va personalizzata in base allo stato muscolare del pavimento pelvico e ai sintomi riportati, per questo è essenziale che la valutazione e l’intervento riabilitativo vengano fatti in maniera accurata e da professionisti esperti.

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