I Diritti Naturali dei Bambini/e
La Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza (Convention on the Rigths of the Child – CRC), approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989, e ratificata dall’Italia il 27 maggio 1991 con la legge n. 176 è una conquista a noi cara e tratta i diritti umani dei bambini e adolescenti in essa riconosciuti. Il documento è stato elaborato cercando di armonizzare le differenti esperienze culturali e giuridiche dei vari paesi del mondo ed è nato dopo quasi un decennio di lavori preparatori ed è stato soggetto a diverse retifiche. Se volete leggere il documento vi lascio il link cliccando qui.
Ma questo articolo nasce per farvi conoscere un altro tipo di diritti dei bambini: I diritti Naturali dei Bambini. Diritti che sono altri rispetto a quelli identificati dalla Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza che garantiscono i diritti umani dei più piccoli.
I Diritti Naturali dei Bambini sono legati all’Ecopedagogia, al tempo lento, a riconoscere che i nostri bambini hanno bisogni peculiari e tempi diversi da quelli di noi adulti e che per crescere come persone emotivamente e cognitivamente competenti hanno bisogno di esperienze autentiche.
I Diritti Naturali dei Bambini/e pensati da Gianfranco Zavalloni sono 10:
IL DIRITTO ALL’OZIO, a vivere momenti di tempo non programmato dagli adulti.
IL DIRITTO A SPORCARSI, a giocare con la sabbia, la terra, l’erba, le foglie, l’acqua, i sassi, i rametti.
IL DIRITTO AGLI ODORI. a percepire il gusto degli odori riconoscere i profumi offerti dalla natura.
IL DIRITTO AL DIALOGO, ad ascoltatore e poter prendere la parola, interloquire e dialogare.
IL DIRITTO ALL’USO DELLE MANI, a piantare chiodi, segare e raspare legni, scartavetrare, incollare, plasmare la creta, legare corde, accendere un fuoco.
IL DIRITTO AD UN BUON INIZIO, a mangiare cibi sani fin dalla nascita, bere acqua pulita e respirare aria pura.
IL DIRITTO ALLA STRADA, a giocare in piazza liberamente, a camminare per le strade.
IL DIRITTO AL SELVAGGIO, a costruire un rifugio-gioco nei boschetti, ad avere canneti in cui nascondersi, alberi su cui arrampicarsi.
IL DIRITTO AL SILENZIO, ad ascoltare il soffio del vento, il canto degli uccelli, il gorgogliare dell’acqua.
IL DIRITTO ALLE SFUMATURE, a vedere il sorgere del sole e il suo tramonto, ad ammirare, nella notte, la luna e le stelle.
Diritti che hanno a che fare con l’autenticità dell’esistenza, con il benessere psicologico ed emotivo dei più piccoli. Diritti così semplici da essere difficili da rispettare in questo sistema globale legato al consumismo e alle vita frenetica, dove “non fermarsi” è quasi un imperativo tacito e diffuso.
Ma i nostri bambini hanno bisogno di altro…hanno bisogno di respiro, di sperimentare, di capire come funzionano loro e come funziona il mondo. Hanno bisogno di sporcarsi, del silenzio, dei saperi e sapori che la Terra e l’incontro con essa e con l’altro ci possono dare.
Come garantire quindi questi diritti ai nostri figli?
Offrendogli l’opportunità di fare esperienza, lasciando spazio all’imprevisto, dare il giusto tempo ai più piccoli per sperimentare la solitudine e perfino la noia. Attraverso il gioco da soli e con altri coetanei saranno in grado di costruire regole e impareranno la collaborazione e perfino la gestione del piccolo conflitto o del senso di frustrazione del quale, per quanto ci proviamo, non possiamo evitare ai nostri bambini. E quindi diventa importante restituire ai bambini la possibilità di fare esperienze dirette dove anche il corpo è coinvolto, dando spazio alle loro emozioni, dargli la possibilità di mettersi in gioco e di esplorare e perfino di sbagliare.
Ma questo richiede che anche noi adulti ci prendiamo il giusto tempo, entriamo in sintonia con i bisogni dei nostri piccoli e ci mettiamo in gioco alla ricerca di quell’autenticità che ogni tanto può spaventare. Potremmo lasciare nel quotidiano spazi di autonomia ai bambini, insieme fare giochi o gite dove vi sia una sperimentazione dei materiali ma anche uno spazio dove confrontarsi e parlarsi. L’esperienze non vanno solo fatte, ma anche comprese, metabolizzate.
Questi diritti sembrano quasi anacronistici eppure è solo la società che è cambiata non il nostro modo di funzionare cognitivamente e di sentire. Il nostro corpo rimane il più grande recettore di esperienze ed emozioni, lo sguardo un potente mezzo di comunicazione, la voce e l’odore un modo per riconoscersi.
Prendiamoci il giusto tempo, garantiamo diritti passati per crescere adulti nuovi!
Sitografia e Bibliografia
https://www.unicef.it/doc/599/convenzione-diritti-infanzia-adolescenza.htm
https://www.giuntiscuola.it/nididinfanzia/consigli/bambini-e-natura/-i-diritti-naturali-per-bambine-e-bambini-di-oggi/
http://www.amicideiboschi.it/pdf/diritti%20naturali.pdf
Silvia Demozzi Slide Esame Pedagogia dell’Infanzia e delle Famiglie
