Il capezzolo introflesso, conosciuto più volgarmente come capezzolo invaginato/invertito/piatto, è una preoccupazione per molte donne che intendono allattare il loro neonato.
Prima di tutto dobbiamo ricordarci che nell’allattamento ciò che conta è il seno e non tanto di per sé il capezzolo. Infatti, è il seno nella sua parte ghiandolare ciò che produce il latte e ciò che la bocca del bambino va a stimolare con la lingua per far si che avvenga il getto di emissione del latte.
Quindi, se sei una donna che ha il capezzolo introflesso non ti preoccupare anche tu con il tuo corpo sei perfettamente in grado di allattare il tuo piccolo al seno, anzi spessissimo capita che basti curare con attenzione la posizione e l’attacco al seno del bambino perché l’allattamento si avvii e proceda senza problematiche particolari.
Ma partiamo dalla prima domanda: Capezzolo introflesso o piatto?
Per capirlo non basta guardare il seno ad occhio nudo ma abbiamo bisogno di fare una piccola prova. Poni le tue dita sulla areola a qualche cm di distanza dal capezzolo e premi leggermente. Se il capezzolo non sporge allora siamo davanti a un capezzolo piatto.
Se invece si ritrae dal seno e appare concavo allora siamo davanti a un capezzolo definito introflesso. Ricorda che i capezzoli piatti o introflessi non protrudono neppure se esposti a temperature fredde. Se al freddo o alla pressione leggera dell’areola il capezzolo sporge allora non è ne introflesso ne piatto e quindi non richiede alcun tipo d’ipotetico trattamento per questo tipo di capezzoli.
Ma prima alcune dritte sempre valide per l’allattamento sia per chi ha i capezzoli leggermente introflessi che per i casi più “gravi”.
- Importantissimo come sempre nell’allattamento al seno il contatto pelle a pelle senza interruzioni sin da subito dopo la nascita del piccolo e anche in seguito, in questa maniera il neonato troverà il suo modo di attaccarsi al seno secondo i suoi tempi.
- Curare posizione ed attacco del neonato. Quindi mi raccomando ricorda: tu comoda e il tuo piccolo ben vicino al tuo corpo con orecchio, spalla e anca in asse e possibilità di retroflettere il capo. Potrebbe essere anche un ausilio il fasciato o un tavolo e allattarlo in modo che il seno cada in bocca al neonato (posizione della lupa).
- Prima della poppata potresti modificare delicatamente la forma dell’areola con la mano a “C” per farla diventare a cono o a sandwich in modo che il tuo piccolo possa attaccarsi meglio.
- Potresti anche far protrudere i capezzoli prima di iniziare la poppata con l’utilizzo di un tiralatte o qualsiasi altro oggetto che eserciti una blanda suzione.
- Evita tettarelle o ciucci perché possono rendere ancora più difficile al neonato l’attacco e la presa di una grande porzione del tuo seno.
- Cerca di prevenire l’ingorgo che potrebbe rendere ancora più difficile l’allattamento e l’attacco.
- Potresti spreme il tuo seno se necessario e darlo al tuo piccolo con l’ausiolo di una tazzina, no biberon perché la tettarella di questo non aiuta il neonato a poppare in maniera adeguata.
E ricorda ci vuole pazienza il tuo bimbo sta imparando ora a fare questa cosa nuova che è l’allattamento, ma appena imparerà ti sorprenderà nel come sarà in grado di attaccarsi al tuo seno in maniera efficace.
ORA VEDIAMO INSIEME ALCUNI POSSIBILI TECNICHE NEL CASO CHE IL CAPEZZOLO INTROFLESSO SIA ESTREMAMENTE PROBLEMATICO PER L’ALLATTAMENTO:
- IL METODO DELLA SIRINGA: Un metodo che può aiutarti a far uscire il capezzolo invertito e aiutare il tuo piccolo ad attaccarsi al seno. Ad usare la siringa, senza ago ovviamente, sarai tu in modo da poter controllare la forza della suzione ed evitare di farti male.
La siringa deve essere se possibile di 20 ml, o per lo meno di 10ml, in modo che sia grande abbastanza per farci stare il capezzolo. Con l’aiuto di una lametta, un taglierino o un coltello tagliate l’adattatore, cioè quella parte dove andrebbe ad inserirsi l’ago.
Invertite ora lo stantuffo, cioè fatelo entrare dalla parte che avete tagliato. Poco prima di attaccare il neonato al seno dovrete tirare lo stantuffo fino a circa a 1/3 della lunghezza della siringa. Appoggiarla sul capezzolo la siringa con la parte dove originariamente entrava lo stantuffo e per circa 30s tirate lo stantuffo della siringa per avere una suzione delicata ma costante. Per rimuovere lo stantuffo dal capezzolo riducete la suzione spingendo indietro leggermente lo stantuffo.
N.B: la procedura va fatta senza che sentiate dolore, quindi se avvertite dolore riducete la forza della suzione della siringa spingendo indietro lo stantuffo. In tal modo evitare danni alla pelle del capezzolo o areola, ricordatevi sempre il dolore è un avvisaglia non qualcosa d’accettare. - MODELLATORI DI CAPEZZOLI: Da utilizzare durante la gravidanza in modo da sfruttare l’aumento fisiologico dell’elasticità della pelle in questi mesi.
- TECNICA DI HOFFMAN: E’ una tecnica che contribuisce ad allentare il tessuto connettivo che vi è alla base del capezzolo e può essere utilizzata sia durante la gravidanza che dopo il parto.
- IL TIRALATTE: Da utilizzare dopo il parto per far sporgere il capezzolo subito prima della poppata e così facilitare l’attacco del tuo bimbo.
- EVER-IT™: E’ un dispositivo già pronto che riproduce il Metodo della Siringa.
- STIMOLAZIONE DEL CAPEZZOLO PRIMA DELLA POPPATA
COSA PUOI FARE MENTRE ALLATTI?
- TIRARE IL TESSUTO DEL SENO DURANTE L’ATTACCO
- PARACAPEZZOLO. Mi raccomando scegli il paracapezzolo della giusta dimensione per il tuo seno e chiedi la consulenza di un’ostetrica o infermiera esperta nel allattamento, perché uno scorretto uso del paracapezzolo può portare a delle difficoltà per l’allattamento.
- CURA DELLA POSIZIONE E ATTACCO
- AVVIARE BENE L’ALLATTAMENTO: ALLATTA PRESTO E SPESSO :Impara a riconoscere i segni precoci di fame del tuo piccolo in modo d’avere una gestione e un controllo migliore dell’allattamento. Allatta il più presto possibile dopo il parto e almeno ogni 2-3 ore dopo la nascita del tuo piccolo.
- CURA BENE L’ATTACCO
- CALMA IL TUO PICCOLO SE AGITATO: Se vedi che il tuo piccolo è agitato durante la poppata, interrompila e cerca di calmarlo magari offrendogli un dito da succhiare o muovendoti e cullandolo. Aspetta che si sia calmato e poi riprova.
Come vedi allattare è possibile anche nel caso di un capezzolo introflesso o piatto!
Mi raccomando non esitare a contattare me o una collega ostetrica o infermiera esperta nell’allattamento nel caso di problemi o difficoltà per l’allattamento del tuo piccolo! Non tutto quello che è naturale è per forza semplice, ma con l’aiuto giusto potrai goderti appieno l’allattamento del tuo piccolo!